Moria del Kiwi: al via la sperimentazione con l’utilizzo dei droni

L’attività di ricerca è promossa in collaborazione con l’Istituto CNR IRPI Sede di Torino

Resta al centro dell’attenzione delle attività della Fondazione Agrion uno dei temi maggiormente sentiti in questi anni nel settore ortofrutticolo piemontese: la gestione del Kiwi ed in particolare la problematica della moria delle piante la quale ha fatto la sua prima comparsa in Piemonte tra il 2015 e il 2016. Ad oggi gli studi sulla fisiopatia sono in corso con l’obiettivo di meglio comprendere i fattori scatenanti e mettere a punto misure preventive e contenitive.Per affrontare il problema, la Fondazione ha collaborato nelle ultime settimane con l’istituto di ricerca CNR IRPI Sede di Torino, che ha messo a disposizione di Agrion due droni al fine di valutare l’efficacia dei metodi di remote sensing per l’identificazione della malattia in campo, nella sua fase pre-sintomatica. Preziosa in merito la collaborazione dei ricercatori specializzati nell’utilizzo dei droni Danilo Godone, Paolo Allasia e Marco Baldo. Il volo dei mezzi aerei ha interessato in primo luogo il campo prova sulla moria del kiwi del Progetto KIMOR (finanziato dalla Regione Piemonte, in collaborazione con il CREA-IT di Torino, proprio al fine di contrastare il problema), e successivamente diversi appezzamenti sani e colpiti al fine di evidenziarne le eventuali differenze. Sui droni, al fine della sperimentazione e della raccolta dati, è stata installata una camera multispettrale oltre alla fotocamera di bordo.

Analoghe attività saranno svolte in altre regioni nell’ambito del gruppo di lavoro interregionale sullo studio della moria del kiwi il quale sta interessando diversi istituti di ricerca tra i quali CREA di Fiorenzuola, AGREA di Verona, l’Università di Udine, l’Università di Torino e i Settori fitosanitari delle regioni colpite dalla problematica.

I droni, per i quali è necessario uno speciale addestramento e abilitazione all’uso in possesso dei ricercatori del CNR, sono già ampiamente utilizzati in agricoltura su colture cerealicole estensive, mentre il loro impiego su frutta è ancora in fase di valutazione. L’auspicio di Agrion è quello d’individuare metodi alternativi che riescano ad individuare precocemente la moria e consentano l’adozione di misure preventive, quali ad esempio la riduzione degli apporti idrici. “Ancora una volta la collaborazione tra enti di ricerca si rivela uno strumento importante per affrontare problematiche annose, come la moria del kiwi” spiega Giacomo Ballari, Presidente di Fondazione Agrion, “ringrazio i colleghi del CNR IRPI per il prezioso apporto tramite l’utilizzo dei droni: analizzeremo con attenzione i dati emersi dalla sperimentazione per capire come applicare nel modo migliore questa tecnologia in frutticoltura, un settore dove ancora oggi il loro utilizzo è in fase di valutazione.”

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